NOTE STORICHE
Alcuni storici fanno risalire la fondazione del monastero dei canonici regolari di Saint-Gilles di Verrès alla fine del X secolo. per iniziativa dei marchesi di Monferrato. Pierre-Etienne Duc, fondandosi sulla tradizione tramandata da un’antica iscrizione nel refettorio del monastero, attribuisce la fondazione al marchese di Ivrea Adalberto e alla sua sposa Gisella, figlia di Berengario I re d’Italia, anticipandone la data al 911 circa. Certo è che i documenti fanno menzione del Priorato per la prima volta in una Charta Augustana del 1050 circa, in cui Guglielmo di Montjovet cedeva ai canonici di Saint-Gilles due appezzamenti di terreno.
La comunità di Saint-Gilles è costituita, come si è detto, da canonici regolari, ossia sottoposti a norme che prescrivono la vita in comune e la rinuncia alla proprietà privata. Nel 1139 Innocenzo II impose come norma legislativa a tutti i canonici regolari la Regola di S. Agostino, un insieme di principi ispirati all’epistola 211 del Santo che conteneva indicazioni per la vita comunitaria dei suoi monaci a Ippona, che anche i canonici di Verrès abbracciarono verso la fin del XII secolo. Durante i secoli del Medioevo il Priorato divenne sempre più ricco e importante , inglobando parrocchie, priorati, chiese , ospedali e benefici nelle diocesi di Aosta. Tarentaise, Ivrea e Vercelli (un elenco di tutte le dipendenze i trova in E. BRUNOD,1981pp. 111-117). Godette del favore e della protezione dei Savoia e della nobiltà valdostana, in particolar modo della famiglia Challant, che esercitava la sua giurisdizione feudale sul territorio di Verrès. Alla fine del XV secolo la vita regolare cominciò a mostrare sintomi di rilassamento: a partire da quest’epoca il Priorato venne affidato a prevosti commendatari, dispensati cioè dalle prescrizioni della Regola, i quali non avevano l’obbligo dì risiedere nella comunità, pur beneficiando delle sue rendite e del prestigio della carica.
L’investitura veniva così a perdere il suo valore religioso per assumere un significato eminentemente politico mentre la comunità religiosa si ritrovò abbandonata a se stessa, senza un capo che ne difendesse i diritti e ne amministrasse oculatamente i beni, perdendo così parte della sua influenza.
Nel 1533 Renato di Challant, in considerazione della munificenza dimostrata dai suoi avi verso l’istituzione, ottenne con bolla papale il diritto di patronato sul Priorato, mediante il quale i conti di Challant si garantivano il controllo sull’elezione del prevosto, impegnandosi nel contempo ad aumentare di un terzo il reddito dell’ente e a farsi carico del restauro e della manutenzione degli edifici conventuali.
Verso la metà del XVII secolo, nell’intento di restaurare la disciplina canonica, il prevosto commendatario Carlo Emanuele Madruzzo, vescovo di Trento, decise di unire la comunità di Verrès ai canoni i del SS. Salvatore di Lorena, che reggevano il Collegio di Aosta. In seguito alle pressioni del conte di Chal1ant, che intendeva ripristinare l’autorità della casata
sulla comunità, i canonici Lorenesi dovettero abbandonare il convento di Verrès nel 1717, lasciando la congregazione in una crisi così profonda da far temere la dissoluzione del monastero.
All’inizio del X1X e 010, dopo alcuni timidi tentativi di riforma, gli effetti della Rivoluzione si abbattevano come una tempesta
sulla comunità, soppressa e spogliata di tutti i suoi beni nel 1802 da un decreto del governo francese. Nel 1816 e a fu ristabilita,
ma il decadimento della vita religiosa era ormai irrimediabile, per cui nel 1911 la Santa Sede unì il Priorato e le sei parrocchie rimaste alle sue dipendenze ai canonici regolari Lateranensi.
Gli Edifici.
L’attuale convento è un complesso di costruzioni realizzate in epoche diverse. Nulla rimane dei primi edifici comunitari, sorti presumibilmente dopo la fondazione della congregazione. Un atto stipulato nel1452 «in cauda nova Domus Praepositura» dimostra che alla metà del XV secolo vi fu una campagna di lavori che interessò probabilmente la parte centrale dell’ edificio principale. cuii appartiene il portale di ingresso, delimitato da un elegante motivo in pietra scolpita che finge due rami d’albero intrecciati, simile a quello che si ritrova nel portale della chiesa parrocchiale di Arnad (allora dipendente dal Priorato di Verrès). L’ala meridionale con la torre campanaria. fu fatta edificare all’inizio del XVI secolo dal prevosto Carlo di Challant, affidato alla morte del padre Luigi (1487), insieme con il fratello Filiberto, alla tutela del cugino Giorgio di Challant Quest’ultimo, già priore di S. Orso e arcidiacono della Cattedrale di Aosta, aveva ottenuto nel 1482 anche l’altra carica di maggior prestigio della chiesa valdostana, la commenda del Priorato di Verrès , ma vi aveva rinunciato a favore di Carlo, che all’epoca aveva soltanto quattro anni. Carlo assunse di fatto la conduzione del convento soltanto dopo la morte di Giorgio, avvenuta nel 1509, e subito volle emulare il cugino facendosi promotore di un intervento di rilievo. La costruzione è in pietra a vista, con ampie finestre a crociera contornate da stipiti in pietra lavorata. La monumentale iscrizione scolpita attesta che anche la torre fu costruita nel 1512 da Carlo di Challant; forse la morte prematura, sopravvenuta ne11518, non gli consentì di portare a termine la sua opera, che appare infatti incompleta, se non incompiuta: la fascia di modiglioni in pietra a forma di giglio era destinata forse a sorreggere un camminamento esterno; più in alto, sugli spigoli della torre, si innalzano le statue in pietra di S. Grato c di un altro santo vescovo, comunemente identificato con S. Egidio, anche se -come si è detto – quest’ ultimo non rivestì la carica episcopale. La torre venne sopraelevata nel 1797 con l’aggiunta
della nuova cella campanaria. Nel 1512 Carlo di Challant fece costruire anche come dipendenza dal convento, in soli tre mesi di lavoro, la cascina la Murasse, dotata di una torre colombaia. Una lapide documenta che la parte settentrionale del fabbricato principale del Priorato, con gli alloggi per i religiosi fu costruita nel 1692 dal prevosto De Feye , appartenente all’ordine dei canonici di Lorena. All’inizio del XVIII secolo il prevosto Paul-François di Challant fece realizzar il porticato sul lato meridionale e la terrazza a occidente.
La chiesa parrocchiale di Verrès appartiene dall’epoca della fondazione alla comunità di canoni i regolari di Saint-Gilles. L’edificio primitivo risaliva all’epoca romanica, come dimostra il piccolo campanile quadrato rimasto in piedi; i biografi di Giorgio di Challant affermano che questi ne fece costituire la copertura con volte di tipo gotico nel1509. Risale al 1407 la costruzione della cappella sepolcrale dedicata alla Vergine e a S. Giorgio voluta da Iblelo di Challant. L’edificio, sorto sull’area cimiteriale adiacente alla chiesa, presenta caratteri stilistici analoghi all’altra grande impresa architettonica promossa da Ibleto, il castello di Verrès: si tratta di una costruzione essenziale, esternamente in pietra a vista, con pianta quadrata coperta da una volta a crociera; sobria e raffinata la decorazione, affidata agli elementi architettonici scolpiti nella pietra: i costoloni che nascono direttamente da terra e scompartiscono la volta in quattro ampie vele, la grande finestra a trifora, di squisito gusto gotico, i profili modanati del lavabo e del portale. Nella cripta sepolcrale, a cui si accedeva attraverso una botola nel pavimento, venne sepolto nel 1410 il committente. Su una parete si conserva un affresco molto danneggiato raffigurante un giovane rivestito armatura presentato da una signora a S. Giorgio: alcuni critici identificano la figura maschile nel giovane Giorgio di Challant, presentato dalla madre al santo eponimo, vedono nel maniero rappresentato sullo fondo la raffigurazione del castello di Issogne prima delle trasformazioni operatevi dal priore; manca tuttavia una giustificazione storica di questa interpretazione per cui, stante anche la scarsa leggibilità della scena, il soggetto rimane per ora oscuro. Nel 1776 l’antica chiesa, ormai insufficiente per i bisogni della popolazione e in cattivi stato di conservazione, fu abbattuta e al suo posto venne eretta la chiesa attuale in stile barocco. Nel corso di questi lavori la cappella di Ibleto venne inglobata nell’edificio, divenendone la prima campata; la porta che metteva in comunicazione la cappella con la chiesa antica venne reimpiegata come portale principale di ingresso. La decorazione della chiesa è stata integralmente rinnovata nel 1912, in occasione della celebrazione del millenario della fondazione del convento, dai fratelli Alessandro, Augusto, e Antonio Artari, pittori di Verrès
Orientamenti bibliografici essenziali.
P.-E. Due, La Prévoté et la Paroisse de Saint-Gilles Abbé, à Verrès, Ivrea 1873
J.-J . BONO, Les dix siecles de la Prévoté de S. Gilles de Verrès par un Chanoine Régulier de ce Couvent,
Aoste,1912 (testi molto dettagliati sulle vicende storiche )
E. BRUNOD, Diocesi e Comune di Aosta, Aosta 1981, pp. 10 -117 (sulle vicende storiche della comunità)
E. BRUNOO, Verrès, in Bassa Valle e valli laterali lI, Aosta 1987. pp. 1 -56 (sulla chiesa e gli edifici conventuali e gli oggetti artistici ad essi relativi)
B. ORlANDON1, l cantieri di lbleto di Challallt: Verrès, Issogne, Saint Gilles, in Architettura n Valle d’Aosta, I –Il romanico e il gotico, Ivrea 1995, cap. 21, pp. 320-326( capitolo interamente dedicato all’analisi architettonica della cappella di Ibleto, testo specialistico)
J. A. VOULAZ, La Prévoté de SaintGilles: bref aperçu à travers les siècles, in Verrès et son chàteau. Sei secoli di storia 1390-1990. Atti della tavola rotonda (Verrès, 15 giugno 1991), lssogne 1993, pp. 57-64